lunedì 21 novembre 2016

40_ Le Smanie per la Villeggiatura | Suppiej & Zanato

"Le smanie per la villeggiatura" è stata una mostra che si è svolta a Preganziol (Tv) dal 17 al 23 settembre negli spazi del Summer Studio del duo artistico Suppiej & Zanato. Un evento che ha visto Mia D. Suppiej e Edoardo Zanato cimentarsi, nelle vesti dei curatori, nella realizzazione di una mostra che ha ospitato tantissimi artisti (19 per la precisione) provenienti da ogni parte del mondo. Un progetto interessante e ben fatto, proiettato al futuro, che guarda ad una dimensione dell'arte accattivante ed estremamente contemporanea. Capiamo di più su questa mostra e sui futuri progetti dei due artisti direttamente dalle loro parole in questa intervista pensata e realizzata da SpazioSupernova. 


1. “Le smanie per la villeggiatura” è stato il primo appuntamento di una serie di tre eventi che ripeterete con cadenza annuale: avete già un’idea di come svilupperete i prossimi eventi? Quali sono le vostre aspettative?
Per l’estate 2017 stiamo pianificando Le avventure della Villeggiatura e, per l’estate 2018, Il ritorno della villeggiatura. Se titolo e format vogliono essere un diretto omaggio all’opera di Carlo Goldoni, il progetto interroga il nostro tempo e i nostri luoghi. Dove saremo? Ancora non lo sappiamo. Abbiamo qualche idea ma sarà il confronto diretto con individui, istituzioni, fondazioni, enti, che determinerà lo spazio per il prossimo anno. Le aspettative sono di alimentare la natura del progetto: temporaneo e in movimento. Ci siamo posti come obiettivo quello di sondare, muovere, rivoluzionare, aprire, trasformare, scoprire, degli spazi già esistenti nella campagna veneta (in disuso o destinati ad attività estranee all’arte) per metterli in relazione con artisti internazionali e le loro pratiche. Se il motivo scatenante risiede nella coincidenza di trovare nella campagna veneta e nella villeggiatura uno scenario perfetto dove articolare le nostre riflessioni poetiche e politiche, il risultato è ancora misterioso: una residenza di poche settimane? Un evento ad unicum? Una nascita di una nuova collezione di arte contemporanea?

2. La vostra mostra ha visto l'interazione e la compresenza di artisti di ambito internazionale. Cosa significa per voi questa apertura? Può essere considerata una vostra prerogativa?

Diciamo, piuttosto, che è una necessità. Una necessità di confronto con ciò che sta fuori, con ciò che è altro. La nostra esperienza di vita fuori dall’Italia, ha portato a confrontarci quotidianamente con amici, artisti, curatori provenienti da diverse parti del mondo, dal background culturale e dal modo di relazionarsi totalmente differente da quello con cui noi siamo cresciuti e ci siamo formati. Abbiamo voluto, perciò, con le Smanie per la Villeggiatura, aprire, mettere in relazione reciproca il pubblico locale e gli artisti internazionali, tendando di dare forma a nuovi e inaspettati dialoghi.

3. Il valore del tempo nel vostro lavoro di artisti è un tema centrale, come si lega all’idea della villeggiatura, tema centrale della mostra?

La nostra pratica artistica, si muove verso e contro un tempo di sospensione, un tempo che possiede una potenzialità di sovversione, un tempo di scardinamento del potere,
anche solo per un istante. La villeggiatura, il tempo vacanziero, è quel tempo per eccellenza, in cui si arrestano, si mettono in stand by le attività di negotium, per dedicarsi all’otium, quel tempo dove poter riabbracciare noia e tedio. Quel tempo dove perdersi in intensi e fuggevoli amori estivi, in corse sul bianco bagnasciuga, aspettando poi la sera per un aperitivo rinfrescante. Il villeggiare diventa, quindi, un luogo assolutamente preferenziale e, diciamo, puntuale dove poter esperire e generare quel tempo d’interruzione.

4. Come immaginate il vostro summer studio tra 5 anni?

Un mojito a playa Escondida, Puerto Rico.

5. Gioie e dolori del curatore. Com'è stato il vostro primo approccio al ruolo curatoriale?

Veramente interessante. Inaspettato. Difficile. Doloroso. Eccitante. Divertente. Lavorare per la prima volta come curatori ci ha dato la possibilità da un lato di conoscere gli artisti invitati (che conoscevamo già personalmente e che abbiamo scelto per tanta stima umana e professionale) in modo radicalmente diverso, dall’altro di vivere in prima linea le difficoltà, l’entusiasmo e l’impegno, il grande lavoro di ascolto, guida e mediazione di un curatore. Essere per una volta “dall’altra parte” è stata un’esperienza importantissima che ha allargato irreversibilmente il nostro sguardo verso le prossime mostre che vedremo e che faremo.

6. L’idea di intraprendere il mestiere del curatore potrebbe essere considerato per voi come “un’opera nell’opera”, un esperimento artistico legato al vostro percorso?

L’esperienza per Le Smanie ci ha fatto vedere come si possa costruire un’interrelazione tra lavori di vario genere, attraverso un loro accostamento, magari inaspettato, puntale e sorprendente. Nel recente passato ci sono stati grandissimi curatori che si sono definiti autori delle mostre da loro organizzate. Riteniamo che più che indossare i panni di un artista creatore, un curatore, possa e debba assumere il ruolo di narratore di ricerche, soglie e prospettive. Le opere singole, in questo modo, divengono capitoli di un racconto cui appunto il curatore intesse la trama della sua storia, partendo da un’introduzione, passando per uno svolgimento e arrivando ad un finale. Ad ogni modo, le opere, pur creando una coralità le une con le altre, non perderanno mai la loro autonomia e avranno sempre una luce e una potenza propria, dovute proprio alla loro stessa natura di opere d’arte.



7. Spazi italiani VS spazi esteri. Come siete arrivati alla scelta di un luogo come quello del fienile, immerso nella provincia veneta, come luogo di sperimentazione artistica?
Rispetto a quello che avviene a Berlino, a Londra o a New York in Italia aleggia un senso d’inconscia inferiorità. A volte si prova a colmarlo proponendo un remake di ciò che è già avvenuto altrove. In questo modo, però, si è sempre già in ritardo. Sempre un passo indietro. Bisognerebbe, invece, investire sul nostro potenziale intellettivo e creativo, che purtroppo non viene sfruttato al meglio.
Per quanto riguarda lo spazio che ha ospitato la mostra, era da un po’ di tempo che ricercavamo un luogo nel quale poter archiviare e depositare alcuni lavori, materiali e accessori. Abbiamo riscoperto un po’ per caso uno spazio da tanti anni inutilizzato: un vecchio fienile/granaio. Un luogo che ci ha sorpreso, immerso nella campagna veneta, dove abbiamo riassaporato sensazioni ed emozioni dimenticate. Ce ne siamo innamorati al primo istante e abbiamo deciso di passare la nostra villeggiatura estiva lì, facendo dei lavori di ripulitura e restauro, per poi celebrarlo appunto con l’evento/mostra collettiva Le Smanie per la Villeggiatura





Link
http://www.suppiejzanato.com
Mail suppiejzanato@gmail.com

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Pubblicato da SpazioSupernova